L'Unione Europea si è data l'obiettivo di fermare il declino della biodiversità. Riguardo agli uccelli selvatici, tutti gli Stati membri devono agire, ad esempio fornendo una valutazione dello Stato di Conservazione delle specie e degli habitat del proprio Paese. La Lipu lo ha fatto con successo per l'Italia.
La Direttiva Habitat (92/43/CEE) e la Direttiva Uccelli (79/409/CEE) costituiscono due strumenti fondamentali per il conseguimento di questo obiettivo.
Nel 2005, il Comitato Habitat ha definito le linee guida per monitorare lo stato di conservazione delle specie e degli habitat tutelati dalla Direttiva Habitat (43/92/EU), al fine di ottemperare a precisi obblighi dettati dall’Articolo 17 della stessa Direttiva.
Lo Stato di Conservazione è considerato soddisfacente se i dati relativi alla popolazione di una specie mostrano una persistenza a lungo termine, la sua abbondanza e distribuzione risultano stabili o in incremento e gli habitat utilizzati dalla specie sono considerati sufficienti per garantire su lungo periodo la persistenza della specie.
Secondo le linee guida prodotte dal Comitato Habitat, ciascuno Stato membro dovrebbe definire il Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per ciascuna specie e ciascun habitat, al fine di valutarne, appunto, lo stato di conservazione.
La Lipu, con il supporto del Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare, lo ha fatto per l'Italia, consentendo in questi anni di valutare lo Stato di Conservazione delle circa 250 specie di uccelli nidificanti in Italia, descrivendo per ognuna la situazione dello Stato di Conservazione e formulando per buona parte un FRV in termini di popolazione o di densità riproduttiva.
Questo lavoro rappresenta un’esperienza unica sia a livello nazionale ed europeo; nessuno stato membro aveva sinora valutato lo Stato di Conservazione e parallelamente fissato termini di riferimento per la sua valutazione.